La salute vien... mangiando bene!

Blog dedicato all'alimentazione in tutti i suoi molteplici aspetti, spiegato in modo semplice ma preciso.

Stipsi: ragioni e rimedi

Oggi vi darò alcuni consigli per risolve e prevenire la stipsi.

I fattori che caratterizzano la stitichezza (stipsi) sono molteplici e complessi e alla loro base vi possono essere meccanismi fisiologici, psicologici o patologici.

Innanzi tutto vorrei fare una precisazione, la stitichezza, per definizione, è un disturbo della defecazione che consiste nella difficoltà a svuotare in tutto o in parte l’intestino e che riduce la frequenza delle evacuazioni a meno di 3 episodi nella settimana. Chi va di corpo regolarmente ma prova fastidio a causa della eccessiva consistenza delle feci ha un problema di “pseudo” stitichezza per il quale spesso è sufficiente modificare l’alimentazione aumentando l’apporto di fibre e di acqua. In tutti i casi i consigli che leggerete potranno aiutarvi non solo a risolvere completamente o parzialmente il problema ma sopratutto a prevenirne la comparsa.

Primo consiglio: mangiare ad ogni pasto principale una quantità di verdure abbondante ed associarvi almeno 2 bicchieri d’acqua. Le verdure sono alimenti ricchi di fibre che il nostro apparato digerente non è in grado di assorbire, se non in minima parte; le fibre non assorbite faranno aumentare la massa fecale e questo provocherà una distensione del canale intestinale che a sua volta indurrà una contrazione della muscolatura intestinale che farà proseguire le feci in modo più rapido lungo il canale intestinale.

Esistono due tipi di fibra alimentare; quella solubile, di cui sono ricchi ad esempio legumi, patate e riso integrale, che si lega con il contenuto intestinale formando un composto gelatinoso viscoso il quale, se non associato ad una abbondante assunzione di acqua, può rallentare il transito intestinale e quindi causare stitichezza. L’altro tipo di fibra è quella insolubile, che troviamo ad esempio nella maggior parte dei cereali integrali, nelle verdure a foglia verde, nelle carote, nelle cipolle e nelle pere, che invece, assorbendo grandi quantità di acqua, tende a far aumentare il volume delle feci, riduce la loro consistenza e accelera il transito intestinale.

Per quanto riguarda l’acqua è di fondamentale importanza assumerne, oltre che durante i pasti (un paio di bicchieri), anche durante il resto della giornata ad intervalli regolari; bisogna cioè bere poco ma frequentemente e consumarne almeno 1,5-2 litri al di.

Secondo consiglio: fare attività fisica. È dimostrato che le persone più dinamiche hanno meno probabilità di soffrire di stitichezza. Una camminata a passo svelto per almeno 50 minuti al giorno, anche se non consecutivi, può stimolare la motilità intestinale e, agevolando il transito, aumentare la probabilità di avere un alvo più regolare.

Terzo consiglio: provare quotidianamente, che ci sia o non ci sia lo stimolo, ad evacuare in un momento della giornata prestabilito in cui non si abbiano fretta o distrazioni. Durante queste “pause” che devono essere della durata massima di 5 minuti (a meno che non sortiscano l’effetto desiderato) è fondamentale non spingere (meccanismo del ponzamento) per evitare alla lunga la comparsa di emorroidi. I benefici apportati dal fatto di “sedersi” sono sia psicologici che fisico-anatomici. Da un lato il nostro cervello inizia ad elaborare un pensiero che è diametralmente opposto a quello che spesso, nella evoluzione psicologica dell’individuo, è visto come una “perdita di tempo”. I bambini, che passano la loro giornata a giocare, percepiscono lo stare seduti in bagno come una perdita di tempo e un allontanamento dai propri divertimenti, tenderanno quindi a ritardare l’evacuazione dando origine ad un meccanismo ciclico caratterizzato dalla formazione di feci più dure (poiché nel colon si verifica un maggior riassorbimento dei liquidi) che risulteranno più fastidiose da eliminare e quindi ancor più dolorose e da evitare. É importante che i bambini imparino ad andare di corpo quotidianamente e per fare questo spesso è necessario che i genitori rendano le “sedute” in bagno più interessanti per i loro figli (leggere una storia o fare una chiacchierata può essere sufficiente).

L’altro motivo di ordine fisico-anatomico è dato dal fatto che sedendosi sul water si verifica una sorta di rettilinearizzazione del tratto terminale del colon con conseguente disposizione più ordinata delle feci. Spesso tra la porzione terminale del colon (sigma) e l’ampolla rettale (sede di accumulo delle feci) è presente un angolo che a volte è tale da limitare il passaggio delle feci. La posizione che si assume stando seduti sul water facilita questo passaggio, permette un più regolare riempimento dell’ampolla rettale, da cui nasce lo stimolo, e rende più semplici e frequenti le evacuazioni.

Per concludere vorrei darvi alcuni ragguagli sulle sostanze e farmaci che possono aiutare a risolvere questo fastidioso problema. Possiamo utilizzare integratori di fibre che vanno assunti con un abbondante bicchiere d’acqua, che poi assorbono, e si vanno ad unire alle feci aumentandone la massa e diminuendone la consistenza. Altri farmaci hanno un effetto osmotico e richiamano acqua nel canale alimentare distendendolo e stimolando quindi l’evacuazione. Poi esistono i lassativi emollienti che lubrificano le feci e rendono le evacuazioni più semplici per chi deve evitare sforzi (come nelle donne dopo il parto).

In ogni caso alla base del buon funzionamento intestinale c’è la flora residente che se è indebolita (da terapie farmacologiche ad esempio) o in disequilibrio può influenzare in modo significativo le evacuazioni. In questo caso é fondamentale aumentare l’apporto di fermenti lattici, probiotici e prebiotici ed eventualmente ripristinare la flora residente con l’uso di farmaci specifici.

Dott. Pablo Belfiori

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Il metabolismo indica le potenzialità individuali ed è relativo ai consumi energetici nelle 24 ore. Gli uomini hanno un metabolismo maggiore rispetto alle donne perchè hanno una maggiore quantità di massa muscolare, infatti il metabolismo dipende, in prima battuta, dalla massa muscolare (un po' come il consumo di una automobile dipende dalla cilindrata). Diminuire la massa magra, come avviene quando si fanno diete troppo restrittive, provoca una riduzione del metabolismo e di conseguenza diventa sempre più difficile dimagrire e sempre più facile recuperare peso. Fate molta attenzione alle diete eccessivamente ipocaloriche e non vi fate imbrogliare dalle promesse fasulle legate alle diete a base di beveroni o pasti sostitutivi... Sono facili e danno velocemente una riduzione di peso ma, solitamente, sono anche associate a fenomeni di riduzione del metabolismo con conseguente recupero ponderale appena si interrompono. Per dimagrire bene bisogna mangiare sano, in modo equilibrato, con gusto e soddisfazione, praticare un'attività fisica il più frequentemente possibile (anche camminare può bastare), bere spesso acqua e dormire a sufficienza.

La parola dieta deriva dal greco "dìaita" e il suo significato più profondo è legato al concetto di "stile di vita" e non ad un approccio alimentare restrittivo e riduttivo come molti pensano. I cardini sui quali deve girare l'alimentazione sono numerosi e i più importanti sono legati al concetto di equilibrio. L'essere umano può sopravvivere con qualunque tipo di alimentazione, dal vegano al carnivoro stretto, dal crudista al macrobiotico... ma è solo con una alimentazione equilibrata e variata che può esprime tutto il suo potenziale in termini di "salute", prevenzione e longevità. Ogni giorno bisogna assumere carboidrati, grassi e proteine, facendo attenzione agli equilibri necessari per far "funzionare" al meglio la macchina uomo, variando, scegliendo cibi colorati, bevendo sufficienti quantità di acqua, senza esagerare con le privazioni e gli schemi rigidi.

La differenza fondamentale tra il medico specialista in Dietologia e Nutrizione clinica e tutti gli altri professionisti, titolati e no, che si occupano di alimentazione, è che il medico prende in considerazione il paziente a tutto tondo mentre gli altri ne "curano" quasi esclusivamente l'aspetto legato al peso. Il medico ha un approccio più ampio nei confronti del proprio paziente; lo visita, prescrive eventuali accertamenti ematici o strumentali, conosce gli effetti delle terapie farmacologiche, nella sua formazione ha studiato tutte le patologie di cui i pazienti potrebbero soffrire e questo gli permette non solo di diagnosticare l'eventuale presenza di patologie in una fase precoce e asintomatica ma anche di valutare nel tempo l'evolversi di ogni singolo caso, ha lavorato a contatto con i malati in ospedale e conosce gli aspetti psicologici che influenzano certe scelte e certe condizioni, è attento alla comunicazione e preparato sul piano umano.

La pratica di una attività fisica/sportiva è alla base della salute per molteplici motivi. Fare attività ha un impatto positivo sul cuore e sulla circolazione, stimola il rilascio di endorfine (che provocano piacere), aumenta il consumo energetico e facilità il mantenimento del peso o la sua diminuzione se associata ad una dieta, stimola l'aumento della sensibilità all'insulina e riduce il rischio di sviluppare il diabete...e potrei continuare. La cosa più importante è scegliere il giusto tipo di attività e associarvi una adeguata alimentazione. Per questo motivo è importante che l'atleta, lo sportivo amatore o colui che per la prima volta si approccia ad uno sport conoscano le loro necessità energetiche e si alimentino in modo adeguato sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Il concetto di salute è molto complesso, in esso si integrano aspetti fisici, psicologici, funzionali, relazionali e sociali. La salute è influenzata da una moltitudine di fattori e tra questi l'alimentazione ha un ruolo fondamentale sia in termini preventivi che terapeutici. I pazienti più soddisfatti e felici che ho avuto il piacere di seguire sono stati quelli che, al di la della forma e del peso raggiunto, hanno visto e vissuto la normalizzazione dei loro parametri ematochimici e la sospensione o riduzione delle loro terapie farmacologiche diventando, in buona sostanza, più "sani".